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venerdì 30 gennaio 2009

"L'oro dell'Inca" di Clive Cussler: impressioni a caldo

Clive Cussler - "L'ORO DELL'INCA"

1532: l'ultimo grande re degli Inca, Huascar, nasconde il suo favoloso tesoro nelle viscere della terra per sottrarlo alla furia dei conquistadores spagnoli.
1578: Sir Francis Drake scopre un misterioso oggetto fatto di cordicelle intrecciate, un quipu, che racchiude il segreto per raggiungere il tesoro di Huascar. Un terribile maremoto inghiotte la nave che trasporta il prezioso reperto.
1998: durante un'operazione di salvataggio nella foresta amazzonica, Dirk Pitt ritrova per caso il quipu. Ma sulla sua strada verso il tesoro incontra una spietata organizzazione criminale e un inquietante demone di pietra...

prima ediz. 1995, 538 pagine, € 8,90
Traduzione di R. Rambelli
Editore TEA (collana Teadue)

C'è poco da discutere: se vuoi leggere un buon libro di avventura dal ritmo mozzafiato, ambientato in luoghi affascinanti e dalla trama mai scontata, scegli uno a caso tra i romanzi di Clive Cussler e sarai soddisfatto!

Ok, i suoi romanzi sono sempre un po' assurdi, non tanto per la trama quanto per le gesta fin troppo esagerate del protagonista, quel Dirk Pitt che ha più vite di un gatto, più astuzia di una volpe e più coraggio di un leone... ma che ci volete fare, una volta affezionati al personaggio è facile perdonare tali "americanate" ed appassionarsi alle avventure del Direttore dei Progetti Speciali della N.U.M.A. (National Underwater & Marine Agency) e del suo inseparabile amico Al Giordino.

Ne "L'oro dell'Inca", Cussler fa girare tutta la vicenda intorno alla leggenda dell'imperatore Inca Uascar (il suo vero nome era Titu Cusi Huallpa) rendendo "vera" la leggenda legata al suo nome e ad una catena d'oro di proporzioni gigantesche, sepolta insieme all'immenso tesoro degli inca in una grotta sotterranea del Messico da indios Chachapuyani per sottrarlo alla predazione dei conquistadores spagnoli, e sul quale vuol mettere le mani una spietata organizzazione internazionale dedita al traffico illegale di opere d'arte e manufatti antichi.
Un'avventura vissuta tra le vette andine e il deserto messicano, tra le foreste del Perù e il sottosuolo del deserto del Sonora.
Un'avventura imperdibile per gli amanti del genere, a me è piaciuta davvero molto.

Ma cosa ne pensano gli altri lettori? Ecco qualche commento trovato in rete relativo a questo racconto, buona lettura!

Eccezionale, a mio parere il più bel libro scritto da Clive Cussler. Avvincente, ottimo il ritmo della storia.

Pessimo. Dirk Pitt è inverosimile, spaccone e insopportabile. Da solo un uomo non riesce a sgominare un intero campo di guerriglieri. E' veramente un libro degno di quel buffone di Cussler.

L’oro dell’Inca è un romanzo d’avventura per definizione. Non ci si annoia mai, le pagine scorrono velocemente e alla fine non si può rimanere affascinati/e dal grande personaggio creato dalla penna di Cussler, Dirk Pitt, un “moderno” o meglio “nuovo” Indiana Jones. Mi è piaciuto molto seguire le sue avventure fra Messico e Perù e penso che leggerò altri romanzi con questo protagonista. Certo che è davvero un uomo dalle nove vite... però gli eroi non possono morire, è così da sempre, no?

Appassionante, travolgente, intrigante ed intricato. Non smetterò mai di rileggerlo ad intervalli regolari di un paio di mesi massimo. Il quipu di Francis Drake è un qualcosa di sublime, analizzato anche da un punto di vista prettamente filosofico, per quanto ne concerne ad un romanzo di avventura. La capacità di comunicare attraverso mezzi alternativi, la defezione della parola, una modalità di fare e per ottenere risultati matematici con estrema facilità. Gli Inca, i quipucamayocs, erano forse più evoluti della tanto sbandierata generazione odierna? Attecchisce, come tutti i prodotti cussleriani. Pubblicato come "Inca Gold" nel 1995 (ne possiedo una copia in testo originale in biblioteca), a mio parere è il romanzo più avvincente della serie, pari forse solo ad Onda d'urto ed Enigma.

Un capolavoro in tutti i sensi. In cima alla classifica assieme a Onda d'urto e Enigma. Tutti gli altri Cussler sono belli, soprattutto i primi 10, poi è andato cambiando, manca un po' d'energia negli ultimi. Forse è l'età. Poi con Kemprecos, no comment! Comunque questo è coinvolgente, trama arguta e complessa scritta ad arte e con ritmo eccellente.

Ma dico io, tra tanta buona lettura in giro, proprio a questi cialtroni andiamo a dar soldi? Ma vi rendete conto che questo Dirk Pitt è il nuovo superoe della Walt Disney? Come si fa a scendere da un palazzo come ha fatto lui? E poi quanto tempo riesce a stare in apnea? Ad un tratto sembra Rambo! La storia di per sè è avvolgente ma Clusser con le gesta del suo Pitt mi ha fatto ridere più di una volta. Quell'uomo è inverosimile, solo nella sua mente può esistere!!!

Assolutamente fantastico quanto "salto nel buio". La storia è affascinante, coinvolgente ed intricata al punto giusto: non riesci a staccare il naso da libro finchè non sai come va a finire. Uno dei migliori libri che io abbia mai letto, Cussler si è superato.

Fantastico!! Non ero molto convinta quando l'ho preso perchè non mi piacciono tanto i libri d'avventura ma questo ha superato tutte le mie aspettative! L'ho letto tutto in un fiato! Stupendo!

Bello e apprezzabile, anche se in certi punti ci sono un po' troppe lungaggini che Cussler avrebbe potuto benissimo sostituire con scene d'azione (vedi Matthew Reilly) nel complesso non male, ma voglio far notare che all'inizio del libro Francis Drake guarda col cannocchiale la nave preda! Col CANNOCCHIALE? Drake morì alla fine del 1500, e il cannocchiale fu inventato nel 1609 da un artigiano olandese! Ah, Cussler, Cussler... un po' di storia non nuocerebbe...

I libri di Cussler li ho letti tutti, inclusi gli ultimi in cui la vena di quel grande autore di romanzi di avventura è (purtroppo) ormai irrimediabilmente sbiadita. Ma l'Oro dell'Inca e Sahara, sono veramente fantastici. Ovviamente, bisogna essere appassionati del genere, altrimenti verrebbero da porsi tanti legittimi interrogativi sulle trame (sempre poco verosimili) e su Dirk Pitt, spaccone, arrogante e fortunato al punto da riuscire detestabile a chi non lo ama. Un altro romanzo molto bello, quasi al livello dei due "capolavori" e Onda d'urto. Il finale, poi (con un Pitt triste e molto più umano), è inusuale e commovente.

Questo è l'ultimo libro che ho letto di Clive Cussler ed è sicuramente il migliore al pari di "tesoro" e "sahara". Ci si trova subito nel mezzo dell'azione e la suspence dura fino all'ultimo ed è molto difficile staccarsi da questo stupendo libro. La storia è già più verosimile perchè non c'è il cattivo di turno che cerca di distruggere la Terra o gli Stati Uniti mentre c'è una caccia a un tesoro fantastico. Sicuramente una delle migliori opere di questo grande autore. Da leggere, non ve ne pentirete.

Sicuramente uno dei migliori di Cussler. Due domande a chi getta solo fango su questo scrittore: 1) ma cosa continuate a leggerlo ? 2) Dirk Pitt non e' l'unico personaggio inverosimile della ns. letteratura, moderna e non: 007 - Indiana Jones - Batman - Superman ecc. ecc. E' troppo difficile leggere anche Cussler da questo punto di vista?

Cussler ha un dono che ogni scrittore dovrebbe avere: la chiarezza dell'esposizione senza essere banali. Leggerò in futuro ancora qualcosa di lui.

Romanzo d'avventura scritto in modo semplice e veloce, classica sceneggiatura da film americano superficiale ("americanata"... ma noi dalla scrittura vogliamo profondità). Il protagonista è stereotipato come la trama e pur rispettando chi ha fede in Cussler, consiglio Jennings-Follet-Wilbur Smith.


Leggi qua le mie altre recensioni dei romanzi di Clive Cussler.

giovedì 29 gennaio 2009

Un concerto per Fabrizio De André al Centro Sociale Saline

A 10 anni dalla morte del grande cantautore genovese, Senigallia celebra Fabrizio De André con un concerto per chitarra e voce, di Gabriele Carbonari, organizzato dal Centro Sociale Saline.

Il concerto acustico ripercorrerà la prima parte del percorso artistico di De André, dagli esordi fino alla fine degli anni '70. Pezzi rari come Morire per delle idee, Inverno, Preghiera in gennaio, si alterneranno a canzoni più celebri, come Via del Campo, La canzone di Marinella, La guerra di Piero.

L'appuntamento è per domenica 1 febbraio, alle ore 17, al Centro Sociale Saline, in via dei Gerani 8, a Senigallia.

Gabriele Carbonari, chitarrista e cantante senigalliese, coltiva la passione per la musica e si forma da autodidatta in chitarra acustica. Negli anni '80 fa i primi concerti con vari gruppi della sua città, e nel 1988 entra a far parte dell'accademia corale Calicanto. Dal 1997 è cantante solista dei 4×70. Dal 2005 fa parte del duo A-live in coppia con Pamela Conditi.
La sua poliedricità gli consente di spaziare da brani rock come i Led Zeppelin, i Deep Purple ed i Pink Floyd, fino ai cantautori come De Gregori, Capossela, Guccini ed appunto De Andrè.

Per informazioni:
Centro Sociale Saline: Via dei Gerani, 8
Tel: 071-7927260
Mail: centrosocialesaline@gmail.com
Sito: www.scriptavolant.info

WINTER JAMBOREE #3 & WAITING FOR SUMMER JAMBOREE: il programma

Torna per il terzo anno l'appuntamento col "Winter Jamboree" affiancato quest'anno dalla novità del "Waiting for Summer Jamboree".
Dal 31 gennaio al 26 luglio, infatti, l'Associazione Culturale Summer Jamboree, insieme al Comune di Senigallia, propongono un appuntamento fisso ogni mese fino alla prossima attesissima decima edizione del Summer Jamboree.

Serata inaugurale con musica e ballo
alla Rotonda a Mare di Senigallia (AN) con i DJs Rocketeer + Ol'Woogies & Enry Sold out! (The Gangbusters): sabato 31 gennaio 2009 ore 21.00 - ingresso gratuito (disponibilità 400 posti).

Per il programma completo degli appuntamenti danzanti, vai su (my) Summer Jamboree!

mercoledì 28 gennaio 2009

Fotografi nel web #70: Walter Ferro



Walter Ferro: chi è?
Sicuramente un fotografo per passione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Seriamente (si fa per dire) attorno alla fine del 1994.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non c’è un genere in particolare (a parte il mio), mi ritengo un fotografo di ricerca verso nuove forme di espressioni, cerco di interpretare in maniera molto personale e forse anche discutibile tutti quegli eventi che mi interessano.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Sì, in passato, anche se mi ritengo autodidatta al 100% perché ci andavo soprattutto per stare in compagnia e parlare di fotografia con i vari interlocutori.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Per parlare dei grandi fotografi mi ci vorrebbe un intero blog a disposizione, comunque visto che vuoi qualche nome, ti accontento. Tanto per cominciare vorrei citare Gertrude Kasebier perché essa ricalcava quello che è il mio spirito fotografico, dove la fotografia non deve semplicemente registrare la realtà, ma offrire un’immagine creativa e originale; poi di sicuro Alfred Stieglitz, Man-Ray, M. Duchamp, Eduard Boubat, Nino Migliori, Mario Giacomelli, tanto per citarne alcuni e comunque tutti coloro che hanno lasciato un impronta importante nella storia della fotografia. Per quanto riguarda quelli presenti, tutti quelli che dimostrano un proprio stile tale da farmi dire: ecco, queste sono foto di... tizio, quelle sono di... caio e così via.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato e sto usando il bianco e nero con il medio e grande formato, non chiedermi niente del digitale, non saprei cosa rispondere, comunque mi piace giocarci.



Raccontaci qualcosa del tuo rapporto con il grande Mario Giacomelli.
Eh! Mario è la poesia allo stato puro, il mio rapporto con lui? Peccato che sia durato poco perché lui fisicamente se n’è andato troppo presto; comunque il ricordo di molte domeniche mattina passato insieme al Caffè Centrale, di fronte a un buon caffè e ad una rosetta con la mortadella a parlare di donne, di arte in genere e poi a fotografare rimarrà indelebile nella mia mente finché vivrò.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Sono legatissimo a tutte le mie foto, ma in particolare ad una serie “La Voce Del Silenzio” (titolo preso in prestito da una canzone delle Orme), anche se le foto non centrano niente con quella canzone; tra l’altro furono molto apprezzate dal maestro Ferruccio Ferroni e soprattutto da Mario Giacomelli, che inoltre furono le ultime che ha potuto vedere.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Tutta la mia fotografia è un progetto; per il futuro sto creando una serie dal titolo “Al di là del Muro” (anteprima assoluta per te).



Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Sì, molte volte.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Sì, molte volte.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Praticamente 365 giorni all’anno, se non per altro con il pensiero.



Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legati alla tua esperienza.
Di episodi ce ne sono stati tanti, poi non so se sono curiosi o simpatici. Per esempio non dimenticherò mai la faccia di un tizio mentre mi trovavo a Siena: me ne stavo con la mia gigantesca borsa fotografica, quando mi accorsi che mi stava osservando, al che vidi un gatto che stava rincorrendo un piccione, presi di fretta dal borsone una Minox (una macchina fotografica piccolissima), ma al momento di aprire lo sportellino per far uscire l’obiettivo, esso mi cade per terra e quel tizio, già che mi aveva visto con un gran borsone e una macchina piccolissima, poi addirittura con l’obiettivo caduto per terra, vi lascio immaginare la sua espressione e la mia figura di m...
Oppure la volta che siamo andati a fotografare a Castelluccio di Norcia, siamo arrivati là e non avevo la batteria né i rullini (la mia macchina Pentax 67 aveva una batteria particolare che non si trovava di sicuro da quelle parti; sicché tutto il giorno non ho potuto fotografare.
Ah, mi dimenticavo, una volta mi era capitato di fotografare una modella presso una bellissima cascina; dopo aver pianificato tutto la sera prima, la mattina seguente, preso dalla foga di fotografare questa bella ragazza, sono arrivato alla cascina senza la borsa fotografica, completamente dimenticata a casa.
E poi ce ne sono tanti altri, ma forse i miei amici se li ricordano meglio.



Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Mah, penso che in fondo adesso non sono molto diverso, credo di essermi migliorato nella progettazione e realizzazione di certi lavori fotografici.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Nel sito: www.fotoclubmanifatturatabacchi.it e nel blog Gruppo Fotografico Ostra, alcuni scatti sono anche sul tuo blog (my) Summer Jamboree (vedi qui e qui), oppure su google digitando il mio nome.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Qui sono molto cattivo (e non è da me), perdonatemi, purtroppo o per fortuna nella fotografia è stato fatto tutto o quasi; ecco, cerchiamo di fare quel quasi, oppure lasciamo perdere (mi ci metto anche io), comunque è molto importante documentarsi perché conoscere quello che è stato fatto aiuta molto.








Fotografie: © Walter Ferro

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Innanzitutto ringrazio te per questo spazio e tutti quelli che mi sopportano (non è facile) a mia moglie in particolare, sperando di non trovare un giorno la serratura di casa cambiata.
Ciao e grazie.
Walter Ferro


Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web

martedì 27 gennaio 2009

Cochi e Renato "Una coppia infedele": tutte le foto

E' da questa notte on-line il reportage fotografico dello spettacolo "Una coppia infedele" di Cochi e Renato, andato in scena al Teatro Pergolesi di Jesi (AN) domenica 25 gennaio 2009.

Clicca sul bottone (se ti va) e... buona visione! :-)










lunedì 26 gennaio 2009

Cochi e Renato: "Una coppia infedele"

Ho assistito ieri, domenica 25 gennaio 2009, allo spettacolo "Una coppia infedele" di Cochi e Renato, al Teatro Pergolesi di Jesi (AN).
E' stata una bellissima esperienza, anche perché, grazie all'amico Fabrizio "Fabrais Bum Bum", batterista dei Good Fellas (gruppo che accompagna la coppia di comici milanesi nel tour teatrale), ho potuto vivere lo spettacolo da dietro le quinte come fotografo di scena.
Poter girare nei camerini, dietro il palco, vivere i momenti che accompagnano l'apertura del sipario, osservare il lavoro degli operatori di scena, scattare e ridere contemporaneamente di fianco ai miei idoli d'infanzia... è stata davvero un'esperienza unica!

Dicevo, idoli d'infazia... e sì, perché io ho, tra i pochi ricordi indelebili della mia infanzia, l'immagine fissa di quei due ragazzotti sulla TV in bianco e nero che cantavano "come porti i capelli bella bionda", "la gallina", "e la vita e la vita", e che poi rifacevo con i miei amici delle elementari durante la ricreazione.

Altri tempi... ma Cochi e Renato sono sempre uguali, il tempo sembra non essere passato per loro... semplicemente fantastici!

Ecco qualche scatto del piacevole pomeriggio; spero quanto prima di poter mettere on-line la galleria fotografica dello spettacolo, rimanete sintonizzati!

Canon 450D + Tamron 17-50 F/2.8 XR Di II
1/60 - F2.8 - ISO400 @ 29 mm.

Canon EOS450D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/60 - F4.0 - ISO800 @ 10 mm.












Spazio amarcord... sono cambiati davvero poco, vero?



Recensioni in rete:

Tutto il meglio di Cochi e Renato in questo nuovo spettacolo che alternerà canzoni demenziali, gag surreali, riflessioni insensate, battute fulminanti di una coppia che non smette mai di stupire ed essere amata dal grande pubblico. Definire la loro comicità, il loro personalissimo modo di fare teatro comico è un’impresa ardua: Cochi e Renato hanno creato per il pubblico un nuovo modo di ridere, di cantare, di guardare il mondo. Ed è ancora così.
Con loro in scena vedremo anche I Goodfellas, sette straordinari musicisti che accompagneranno il duo nell’interpretazione di canzoni culto vecchie e nuove.


La recensione di Petra Motta

A quasi due anni di distanza dall’ultimo spettacolo presentato al Creberg di Bergamo, Cochi e Renato ritornano con la loro ultima fatica: Una coppia infedele. Fedelissimi, invece, lo sono sempre stati, sia nel loro inossidabile duo comico, fra i più longevi del teatro italiano, sia nei confronti del pubblico che li ama e li segue da decenni con instancabile passione.

Lo spettacolo, che ha un impianto molto simile al precedente, presenta tutte le canzoni e le gag che abbiamo imparato ad amare – “La gallina”, “E la vita e la vita”, “È l’amore”, “Libe-libe-là”, “Puli puli pu”, “Nebbia in Val Padana”.
Fatta eccezione per alcuni brani inediti e alcune incursioni nel mondo contemporaneo del gossip e della politica – la barca di D’Alema, Berlusconi e Veronica Lario, i ministri del governo da Brunetta a Tremonti, ecc. – non ci sono stati veri cambiamenti né stilistici né contenutistici rispetto al “Nuotando con le lacrime agli occhi” di due stagioni fa; eppure il pubblico non se ne accorge, ride, applaude, invoca i nomi dei due beniamini , urla “bravo!” a scena aperta, batte il tempo delle canzoni e le canta insieme a loro, quasi si trattasse del concerto di un famoso gruppo rock.
Giovani, meno giovani, giovanissimi, tutti conoscono i testi delle canzoni e il loro ritmo, ma si resta ancora stupiti di fronte alla straordinaria intesa tra i due comici, alla loro capacità di capirsi senza parlare, senza neppure guardarsi, alla loro perfetta padronanza delle pause e dei tempi scenici. Assistere alla spontanea abilità con la quale riescono a preparare le battute e i loro tuttora avveniristici nonsense ha del miracoloso, soprattutto considerando che è una comicità che resiste inalterata da oltre quarant’anni.

Bravi loro e bravi i Good Fellas che li accompagnano in ogni loro spettacolo grazie a una musica incalzante e appropriata. Dopo l’immancabile fuori programma con le intramontabili “Come porti i capelli bella bionda” e “L’uselin della comare”, senza le quali il pubblico non potrebbe congedarsi con piena soddisfazione, i due lasciano il teatro e i loro spettatori immersi in un’atmosfera di gioia e divertimento d’altri tempi, che non è mai stata così necessaria come oggi.


La recensione di Wanda Castelnuovo

Ottimo ‘incipit’ per la stagione 2008/2009 del Teatro Nuovo con due esperti professionisti, la coppia ‘Cochi & Renato’ con l’ultimo lavoro dal titolo “Una coppia infedele”, ironico perché in verità la loro fama è data proprio dalla fedeltà professionale sempre foriera di successi meritati grazie a un sodalizio - fondato su una comicità semplice, ma originale e con venature poetiche - che risale all’adolescenza, mentre le esperienze singole pur se fortunate non sono state così continue.
E di successo si può parlare anche per la loro regia dello spettacolo che cresce man mano in qualità raggiungendo il massimo nella seconda parte in cui allo spettatore non è concessa nessuna tregua dal divertimento in modo che si esce soddisfatti e appagati come dopo il vino del miracolo alle nozze di Cana.
Il segreto di questa popolarità inossidabile, destinata comunque ad aumentare, sta nell’intelligente capacità di rinnovarsi con una comicità ‘a largo spettro’ che sa divertire tutti i palati oltreché nelle intrinseche qualità interpretative, esaltate dall’accompagnamento della scatenata band dei “Goodfellas” (composta da 7 elementi ben affiatati), molto trascinante anche quando si esibisce da sola.
Ecco allora dipanarsi con ritmo serrato il meglio della loro eccezionale carriera: dalle battute alle gag e alle riflessioni fino alle canzoni senza senso, il tutto condito con ironia più o meno sottile. Risultato: un ‘cabaret’ di qualità, piacevole, scattante, dinamico e rivitalizzato che stravolge e mescola significati e linguaggi raccontando storie paradossali.
Per Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto una nuova ventata di giovinezza artistica per rilassare e divertire riflettendo senza riflettere e pensando senza pensare.