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martedì 10 giugno 2008

1° Festival Juri Bellucci: "Joe Galullo & the Blues Messenger"

Ospite d'onore della serata organizzata in memoria di Juri Bellucci (vedi anche le foto degli Ensenada e dei Perfect Guardaroba) è stato Joe Galullo & the Blues Messenger.
Non lo conoscevo ed è stata, per me, una vera rivelazione: fin dalle prime note urlate dalla sua chitarra elettrica ho capito che mi aspettava una vera esplosione di Blues e Rock'n'Roll!
E' stata dura rimanere immobile per scattare qualche immagine, il mio piede destro proprio non ne voleva sapere di fermarsi da battere il ritmo...

Un gran personaggio, insomma.
Anche quando mi si è avvicinato, prima del concerto, chiedendomi se potevo scattare qualche bella foto a suo figlio che sarebbe salito sul palco a suonare la chitarra con lui: "...oggi compie 8 anni, lo faccio salire sul palco con me, voglio qualche foto per il suo curriculum!" mi ha detto con gli occhi che gli luccicavano.
E' stato un vero spettacolo vederli insieme sul palco, è stata un'emozione godere della gioia di Joe.

Applausi al piccolo chitarrista, applausi ad un grande artista che mi ha fatto venire i brividi con una magistrale interpretazione di "Little wing" di Jimy Hendrix.

La galleria con tutti gli scatti del concerto è qui:
http://www.pbase.com/krycek/joe_galullo

Canon EOS400D - Canon EF 70-300 F4-5.6 IS USM
1/100 - F8.0 - ISO1.600 @ 275 mm.

Canon EOS400D - Canon EF 70-300 F4-5.6 IS USM
1/60 - F4.5 - ISO1.600 @ 130 mm.







Joe Galullo, padre e pioniere del blues italiano, inizia nel 1964 a quattordici anni suonando Guitar Boogie di Arthur Smith. Ha girato il mondo incrociando la sua chitarra con i più grandi, da Albert Collins a Buddy Guy. Porta nel cuore e nel dna il soul Ray Charles e il rock and roll di Little Richard, il jazz di Django Reinhardt e il rock di Jimi Hendrix. Una vita, la sua, vissuta per strada, di musica, una storia da bluesman. E una voce e una chitarra che lasciano il segno, a raccontarla ogni volta.

È nato a Milano nel 1950. Da una vecchia chitarra impolverata trovata nel solaio di casa nasceva la passione che diventerà motivo conduttore di tuttala sua vita. A tredici anni suonava Guitar Boogie di Arthur Smith e nel 1964, è entratonel suo primo gruppo, i Moods, che suonavano brani di Little Richard, RayCharles e The Yardbirds. I Moods si sono esibiti nei locali più famosi in Lombardia come il Tricheco (MI) e Le Rotonde Di Garlasco (PV), dividendo il palco con i Bisonti, i Gleeman ed i New Dada, che rappresentavano il movimento beat del momento. Joe si è avvicinato anche al jazz, inseguendol'altra grande passione musicale, Django Reinhardt. Dopo l'esperienza con i Moods, Joe ha costituito gli Atomic Head, un grupporock-blues dal suono grintoso che interpretava brani dei Cream, di Jimi Hendrix e brani scritti dallo stesso Joe. Gli Atomic Head, subito dopo il sessantotto, hanno suonato nei festival alternativi promossi da Re Nudo, Stampa Alternativa ed altri. Dal 1971 fino al 1980, Joe ha girato l'Europa, fermandosi a lungo ad Amsterdam ed a Londra, dove suonava nelle strade e nei metrò. Si è poi trasferito a Bologna dove, seguendo percorsi separati, lui ed Andy J. Forest hanno rappresentato per circa un decennio il movimento blues locale. Nel 1981 ha conosciuto Ermanno Costa ed è nata una collaborazione sfociata nella produzione del suo primo disco realizzato con The Blues Messengers: OIt's My Life' (1986 ­ Coast To Coast). E' iniziato così un periodo di concerti che lo hanno portato sui migliori palchi italiani: Pistoia Blues Festival, Porretta Soul Festival, Bologna Blues Festival ed altri, riscuotendo ampio consenso. Da ricordare anche la tournèe con Jorma Kaukonen. Sul finire degli anni ottanta ha aperto una parentesi rockabilly, fondando i Jack Daniels' Lovers, che abbandonava presto per dedicarsi assieme a The Blues Messengers alla realizzazione del secondo disco, 'Blues Without Fronteers' (1990 - Green Line). Nel 1998 è uscito il cd 'Melody In The Blues', per l'etichetta Blue Melody da lui stesso fondata, dove il blues si incontra con la musica classica rappresentata dalla moglie Paulina Golas al violino. Nel 2003 esce 'The Blues Is Back', ancora per Blue Melody, pieno di blues ma anche di tutte le altre influenze musicali di Joe e che rappresenta, dopo anni non proprio facili, un vero ritorno. Joe riappare quindi nell'estate2004 sul palco del Pistoia Blues festival, a distanza di vent'anni dalla prima esibizione, e torna a calcare i palchi dei più importanti festival e club italiani. Marchio di fabbrica del cd sono, inevitabilmente, l'inconfondibile chitarra e la voce, assolutamente 'nera', di Joe Galullo ma anche il sound dell'affiatatissimo trio che lo affianca, interamente marchigiano e composto da Marco Bellardinelli al basso, Alessio Raffaelli al piano e Piero Trotta alla batteria.

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