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giovedì 26 gennaio 2012

Fotografi nel web #163: Anna D'Elia



Anna D'Elia: chi è?
Una donna che fotografa per passione, tutti i giorni. Non so più se sono una giurista prestata alla fotografia oppure il contrario...

Quando hai iniziato a fotografare?
Sono da sempre stata vicina a qualsiasi forma d’arte, ma ho scelto la fotografia ancor prima di avere a disposizione una fotocamera. Per tantissimo tempo ho scattato solo nella testa, avevo pudore di mostrare i miei scatti, da creatura schiva quale sono li tenevo rigorosamente per me. Prediligevo la scrittura... poi ho iniziato a ritrarre mia figlia ed allora, all’improvviso, mi è stato chiaro che scritti e scatti erano per me molto intercambiabili. I primi progetti che ho realizzato hanno riguardato la rivisitazione di episodi o luoghi della mia vita sui quali sentivo l’urgenza di fare luce. Fotografarli mi ha permesso di tornare alle origini, ritrovare me stessa, capire e non scordare mai chi sono.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Potrei dirti il paesaggio, ma mi sono dedicata molto alla fotografia in studio, il ritratto e lo still life. Perciò non parlerei tanto di un genere... quanto piuttosto di temi: il tempo, il viaggio, la memoria, la vita... ogni volta che senti qualcosa "di pancia", ecco, lì viene fuori qualcosa di buono. Per me la fotografia è "portare alla luce" idee, emozioni, riflessioni, perciò la mia prospettiva è sempre interiore e il linguaggio, per lo più evocativo, diventa sostanza e non semplice forma. Mi piace cercare il legame sottile che esiste fra il fotografo e il soggetto fotografato, interpretarlo e filtrarlo attraverso il mio vissuto. Mi piace guardare attraverso le cose, la mia è una costante ricerca sul senso dell’esistenza, una riflessione sull’identità fuggevole e mutevole di tutto. L’idea è sempre di tradurre in immagini, con una mia personale metrica, storie di uomini e donne e della loro vulnerabilità, paesaggi che esprimano sentimenti anche struggenti. Leggere attraverso la geografia dei volti i terremoti dell’anima o "scavare" in un luogo perché diventi icona di un’emozione... ecco, la fotografia risponde ad una esigenza di introspezione e anche quando la figura umana è totalmente assente, è l’intera umanità a riempire una montagna, una natura morta, uno scorcio appena intravisto dal finestrino di un treno in corsa. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Anna D'Elia

2 commenti:

  1. Grazie Anna,in poche parole hai condensato tutto il "sapore" fotografico che permea la tua vita,il tuo respiro ed il tuo stesso esistere!Le immagini che corredi con questo scritto rappresentano nella loro cangiante semplicità quello che muove te così come ogni persona sensibile nel portare all'occhio il mirino di un apparecchio fotografico!Grazie sei linfa al mio sentire!

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    1. ti ringrazio, Claudio! è bello poter condividere i propri pensieri, il proprio modo di sentire! grazie!
      Anna

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